Creatività comune
Le traduzioni amatoriali sono legali? Questa domanda ha tormentato e tormenta ancora i pensieri di varie traduttori che operano in questo settore. Certamente si tratta di un discorso molto delicato che va affrontato con molta serietà e consapevolezza che comunque sia ci si addentra in un ambito che non può essere definitivamente etichettato come "legale" o "illegale".
Così un po' di tempo fa iniziavo un nuovo post per il blog, post che (al pari del blog stesso) rimase in attesa di essere completato e pubblicato. Ora, a distanza di qualche mese, voglio riprendere questo argomento e definirlo una volta per tutte.
Creative Commons: questo è il nome che, nel 2002, alcuni ricercatori della Stanford University hanno dato a un loro ambizioso progetto di poter realizzare una licenza artistica che non fosse per forza legata all'ambito legale, ma ugualmente che venisse universalmente riconosciuta. L'esigenza è nata nel tempo proprio a causa dei tanti lavori amatoriali e no-profit di cui internet è piena, lavori che (per la loro stessa natura) non potrebbero mai essere registrati in un tribunale regolare per ottenerne il copyright, ma sui quali gli autori vorrebbero ugualmente esprimere il modo in cui andrebbero utilizzati.
I Creative Commons definiscono queste linee guida: a chi è attribuito il merito, come possono essere copiati e distribuiti certi lavori, come persino debbano essere pubblicati. Certamente un malintenzionato può ignorare una licenza di questo tipo senza incorrere in alcun rischio di denuncia (come detto, non hanno - ancora - un vero legame giudiziario), ma l'intenzione della licenza è di fornire un'indicazione, non di proteggere.
Con la rinascita del gruppo (G.I.T. Reborn) iniziammo a scoprire queste nuove licenze che, sebbene esistenti da anni, non si erano ancora diffuse in maniera capillare. Data la natura delle nostre traduzioni, si trattava esattamente di quello che veramente faceva al caso nostro, qualcosa che stavamo cercando da tempo senza avere successo.
Ora a ogni nostra traduzione, a ogni nostro progetto, a ogni nostro documento, è allegata la descrizione della licenza che abbiamo scelto (non esiste un solo tipo di licenza, ma in base alle proprie esigenze si può definire ciò che si desidera).
Nulla vieta che qualcuno si impossessi di un nostro lavoro per spacciarlo per suo (non è mai capitato, ma non si sa mai), ma almeno la nostra parte l'abbiamo fatta.
Ma quale è il legame col discorso sulla legalità? Di certo il problema non viene risolto dalla Creative Commons, perché come ho scritto sopra ad oggi non ha alcuna valenza legale, ma chissà che un futuro le cose non possano cambiare. Nell'attesa di tali giorni (ammesso che mai giungeranno a noi) i lavori del Game Italian Translation saranno "coperti" in questo modo, nella speranza che gli utenti ne seguano le indicazioni (in questo senso ho molta fiducia nel prossimo).