Diario di un traduttore
[Pensieri, riflessioni, ossessioni e sogni di un giocatore alle prese con la lingua inglese]

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martedì 29 agosto 2006

Sempre più introversion

Il titolo di questo post contiene un errore... un errore voluto: il termine "introversion" avrei infatti dovuto scriverlo maiuscolo. L'argomento questa volta non è il sottoscritto e i suoi stati d'animo, ma la genialità di casa Introversion Software, la casa che ha dato alla luce ha due capolavori unici che rispondono ai nomi di Uplink e Darwinia. Mentre del secondo ho già parlato ampiamente (sia qui che sul sito del G.I.T. in seguito al completamento della traduzione), del primo non avevo mai espresso troppi pareri visto che non avevo ancora mai trovato occasione di "provare con mano". Ben sapendo però quali sono le capacità di questa software house, ho deciso di premiarli ancora e acquistare anche questo gioco dal loro sito...
Uplink è in una sola parola geniale: una formula semplice, sempre attraente (chi da piccolo, avendo sottomano un computer, non ha creduto di essere un hacker?), un gioco quasi infinito perché per un po' stacchi, ma poi ti viene voglia di tornarci... "magari solo per 10 minuti, una missione e poi spengo"... e poi si resta davanti al monitor una o due ore senza accorgersene. Sono questi i giochi migliori, quelli che raggiungono davvero il loro scopo pur non avendo avuto investimenti da milioni alle spalle, pur non avendo grafiche next-gen (peraltro, ma quanto sono privi di "stile" molti degli engine moderni?), pur non avendo trame complesse. Solo gioco, solo divertimento e tempo passato senza patemi. E sì comunque che Uplink non è un gioco facile, perché bastano pochi errori decisivi per veder crollare tutto il proprio lavoro (il fatidico "Game Over" dato dall'arresto del proprio hacker, beccato con le mani nel server altrui).

Uplink

Di Introversion Software ora sto attendendo con ansia il loro terzo gioco, Defcon. Non ne so ancora molto a proposito, ma ciò che ho visto già mi è bastato per capire che sarà mio e che sarà un capolavoro indiscusso: in pratica, se non ho capito male, è una sorta di Risiko da giocare in multiplayer, dove giocare il tutto e per tutto per riuscire a dominare sugli avversari. Personalmente non sono un amante sfegatato di Risiko, ma il modo in cui è stato concepito il gioco (in pieno stile Introversion) mi rassicura a proposito.
Credo di averlo già scritto una volta su questo mio diario, ma in questo caso vale la pena ripetersi: se mai avessi voluto scrivere videogiochi, allora avrei voluto davvero farlo alla maniera di questi ragazzi inglesi.