Diario di un traduttore
[Pensieri, riflessioni, ossessioni e sogni di un giocatore alle prese con la lingua inglese]

Questo blog si è trasferito su diariotraduttore.com!!

giovedì 30 novembre 2006

G.I.T. Engine - Leggere file XML

Più volte ho parlato del G.I.T. Engine su questo mio blog, in quanto parte vitale (e vero e proprio motore) del sito di questo nostro gruppo di traduzioni.
Dato che questo lavoro non è coperto da alcun segreto (si tratta più che altro di interazioni Javascript/XML) ho deciso di riportarne alcune parti direttamente qui, dando così maggior visibilità ad almeno parte del lavoro fatto sinora.
Tra le funzionalità base ci sono la ricerca e le news, basate sull'utilizzo di strutture XML (nome che sta a indicare "eXtensible Markup Language", per saperne di più andate direttamente qui) per il mantenimento dei dati. Qui di seguito riporto la funzione che il G.I.T. Engine utilizza per leggere un file XML e poterlo quindi in seguito sfogliare o per cercare un termine, o per selezionarne un elemento specifico.

function importXML()
{
   if (document.implementation &&
       document.implementation.createDocument)
   {
      xmlDoc = document.implementation.createDocument("", "", null);
      xmlDoc.onload = createTable;
   }
   else if (window.ActiveXObject)
   {
      xmlDoc = new ActiveXObject("Microsoft.XMLDOM");
      xmlDoc.onreadystatechange = function ()
      {
         if (xmlDoc.readyState == 4)
            createTable()
      }
   }
   else
   {
      alert('Browser incompatibile'); //supportati IE e FF
      return;
   }
   xmlDoc.load("search.xml"); //nome del file XML
}

Etichette:

domenica 26 novembre 2006

Poteva essere un'immersione normale?

Avviso ai lettori: questa non è un post normale... dopo una giornata così non avrebbe potuto esserla. Mi prenderò quindi varie "licenze poetiche". Cercate di capirmi, e se ce la fate (e avete voglia) leggetene una parte.

Avete presente quelle persone che comunque provino ad impegnarsi, non hanno possibilità di non cacciarsi nei guai? Quelle persone che comunque giri la sorte, loro saranno sempre dal lato sbagliato?
Bene, avete il ritratto dei miei compagni di immersione di oggi, tranne il buon O. (non faccio nomi, quindi userò le iniziali) che invece, zitto zitto, si è fatto un'onesta immersione interrotta solo dal caos che oggi ha invaso anche le tranquille (ma poi nemmeno tanto) acque di Framura.
Come novelli Ulisse, la nostra odissea è iniziata davanti a casa di S., un nome che da solo vale un'esistenza che definire "originale" è fare un delitto all'originalita' in quanto tale: dopo una sveglia un po' improponibile (contando l'ora a cui siamo andati a dormire) arriviamo piuttosto puntuali davanti alla casa di questo strano individuo, scoprendo che avremmo anche potuto svegliarci una mezz'ora dopo (e lì mezz'ora poteva essere vitale) causa ritardo dei due biellesi subacquei.
Infine, anche A. e R. (li chiamerò così) arrivano, carichiamo l'improponibile quantità di equipaggiamento sul mezzo di S. e cerchiamo di partire alla volta della Liguria, intenzionati a non fare un'immersione in ore tarde. Ma potevano i nostri eroi riuscire ad arrivare a destinazione per un'ora decente? Suvvia... la domanda è sciocca da porsi, no?
Le pause sono state varie: una pausa per il caffè (indispensabile, questa) con annessa sigaretta, una pausa perché qualcuno si è accorto in viaggio di aver esaurito le batterie del facciale (una maschera che copre tutto il volto e contiene una radio per poter comunicare anche sott'acqua), una pausa subito dopo quella di prima perché ci si rende conto che il carburante sta per esaurisi nella vettura lasciando per strada il nostro quintetto e, infine, una pausa perché a qualcuno scappa ma se ne accorge solo tra un'area di sosta e un'altra (ci si ferma quindi, ovviamente, in corsia d'emergenza). Un gruppo "furbo" avrebbe cercato di ottimizzare le fermate, magari andando al bagno, facendo rifornimento e cercando la batteria in una sosta sola... ma dai... è ovvio che non è il nostro caso. Non avete ancora capito che tipo di personaggi sono i nostri?
Insomma, dopo varie pause, riusciamo ad arrivare, e ci rendiamo conto che forse forse avremmo fatto un po' tardi per riuscire anche ad andare a mangiare in un ristorante dopo l'immersione... dato che queste prima dell'una non saremmo riusciti ad iniziarla (ma non ci eravamo trovati da S. alle 7:30? sì... vabbè). Ma ora non pensiamo a questo, vogliamo solo immergerci.
Scarichiamo quindi tutta l'attrezzatura, prepariamo le nostre cose (separati, qualcuno si prepara vicino al porticciolo da cui partiremo, qualcuno dalla macchina) e ci avviamo alle fredde acque di Framura (fortuna che almeno la temperatura dell'aria è alta, si sta bene in maglietta a manica corta).
Qui vi sembrerà strano, ma l'ingresso in acqua è stato abbastanza normale, senza troppi intoppi (sì, va bene, il nostro R. ha già qualche problema al facciale, senza contare che ha rischiato di mandare in corto la batteria che aveva comprato precedentemente all'autogrill, ma su cose così possiamo soprassedere, tutto sommato). Si parte!
Ma che partenza, però: l'acqua è torbida e fredda al punto giusto... sopportabile, ma ugualmente dopo oltre un'ora passata, mi fa stabilire un nuovo significato della parola "freddo". Ma torniamo all'inizio...
Subito si vede che A. e R. hanno alcuni problemi ai facciali, pare che oggi non gliene vada bene una (solo oggi?): A. risolve presto (intorno ai 10 metri), R. non altrettanto, e continua a lamentare problemi. Con uno sguardo a lui e a S., che come al suo solito sott'acqua si fa i cavoli suoi dimenticandosi che il suo compagno d'immersione è R. (insomma, come da prassi... almeno per lui) cerchiamo di proseguire... finché...
No, ma scusate, pensavate che tutto sarebbe andato per il verso giusto? Sì, beh, in fondo è sin dall'inizio che sto dicendo che qualcosa sarebbe andato male... forse l'avevate già capito! :-)
Bene, in circa 10 secondi, massimo 15, riusciamo a perdere il contatto con R. che (erroneamente) chiudeva il gruppetto dei nostri 5 eroi (chissà perché la tastiera mi stava facendo scrivere "errori" al posto di "eroi"): lo cerchiamo, A. lo chiama tramite la radio, accendiamo le torce per farci vedere... ma nulla. Aspettiamo un minuto e come da regola risaliamo cercando un contatto con R. in superficie. E lì lo ritroviamo e veniamo a sapere che ha comunque corso un rischio non da poco, riuscendo a uscirsene grazie a un bel self-control (qualità comunque che R., sott'acqua, possiede).
28 minuti abbiamo passato sotto il livello del mare... non molto. Lasciamo a riva R. malandato e il buon O. infreddolito e continuiamo. Ad andare avanti siamo io, A. e S..
Qui ve la farò breve, anche perché questa seconda immersione è durata 46 minuti... minuti nei quali io e S. abbiamo perso una volta il contatto con A. rischiando di dover nuovamente risalire annullando anche la seconda immersione (per fortuna ci siamo ritrovati con A. mentre stavamo per farlo), io ho cercato di tenere uniti A. e S. che a volte avevano solo me in mezzo come collegamento, visto che uno cercava di scappare in velocità e l'altro si fermava a fotografare ogni cosa (animata e non).
Comunque sia, ci godiamo questa immersione, patiamo (io soprattutto con la muta semi-stagna) il freddo e usciamo.
Il resto della giornata... beh, non è così stimolante da raccontare, e si è svolta tra la ricerca di un posto dove ci facessero da mangiare alle 3:30 di pomeriggio (un posto l'abbiamo trovato a Sestri Levante) e un ritorno a casa che si è concluso per le 7:30 di sera tra i discorsi deliranti del terzetto composto dai due biellesi e dal (ma poteva non essere in mezzo?) fantomatico S..
Chiudendo la giornata mi viene in mente solo un pensiero: ma con quali altre persone si possono fare immersioni tanto "particolari"? Insomma, capite perché non voglio comunque rinunciare a queste giornate? Gruppi così non si trovano mica facilmente in giro per strada (e qui qualcuno potrebbe dire "e per fortuna").
Io ora vi saluto... sono stanchino e penso di andare a dormire un po' prima del solito (ovvero prima di mezzanotte).
Alla prossima, ragazzi!

Etichette:

giovedì 16 novembre 2006

Finalmente la serie A

Non mi sono mai considerato un ragazzo particolarmente amante degli sport, ma ciò nonostante ho coltivato una certa passione per un paio di essi, ovvero la subacquea e il calcio/calcetto (in questo momento non annovero i kart e le minimoto tra gli sport, anche se forse dovrei farlo). Di subacquea ho parlato già tante volte in questo blog, ma di calcio mi sono reso conto che non avevo ancora scritto nulla, quasi me ne fossi dimenticato. Il che, in fondo, fino a un anno fa era quasi vero.
Sin dai tempi del liceo ho iniziato a scoprire che non mi dispiaceva affatto giocare in qualità di portiere, pur senza mai abbandonare altri ruoli (il terzino destro, in particolare): in porta ho però iniziato pian piano a "farmi le ossa" (in tutti i sensi, un polso rotto e svariate storte alle dita ne sono testimoni inequivocabili), e pian piano iniziai ad apprezzare sempre più quel ruolo.
Ora sono ormai più di 10 anni che gioco stabilmente in questo ruolo, 10 anni di partite perse, pareggiate e vinte in ogni modo possibile immaginabile.

Internet Explorer 7

L'anno scorso ho rischiato di appendere le scarpe al chiodo (come si suol dire), causa altri impegni serali di natura subacquea, ma fortunatamente quest'anno ho ripreso a giocare stabilmente tutte le settimane. E dico "fortunatamente" perché tutta questa applicazione sta finalmente iniziando a dare i suoi frutti: dopo svariati tornei e un numero inestimabile di partite più o meno amichevoli, finalmente è arrivata l'ora della serie A.
No, ma che avete capito? Non la serie A del campionato nazionale! Parlo di un campionato provinciale, dove la mia attuale squadra è passata quest'anno alla serie principe. Le sfide sono serrate, il ritmo pressante, ma il divertimento è al tempo stesso elevato e costante. Esattamente ciò di cui avevo bisogno.
E' finalmente ora di serie A... è finalmente ora di fare un po' più sul serio, se si vuole restare.

Etichette:

giovedì 9 novembre 2006

Quale scegliere?

Il browser ad oggi è forse uno dei programmi più usati nella quotidianità delle nostre giornate: quanto spesso capita infatti di fare qualcosa avendo quel programma aperto in background? Io ormai ce l'ho ovunque: a casa, quando lavoro al G.I.T., e a lavoro, quando programmo. In entrambe le situazioni dispongo di un collegamento a internet senza limiti di tempo, e quindi è prassi stabilire la connessione e lasciarla attiva sino a spegnimento del PC.
Tornando a quanto dicevo a inizio post, il browser è un'applicazione abbastanza importante: per questo sin dai gloriosi tempi di Netscape, la "guerra" per il miglior browser si è combattuta a colpi di release, di capacità più o meno innovative e di plugin vari. Data l'offerta diversificata di oggi, la sua scelta deve tenere conto di quelle che sono le proprie esigenze. E' così che in quest'ultimo periodo di importanti uscite (Internet Explorer 7 e Firefox 2 su tutte) mi sono messo a riconsiderare la questione.
Nel tempo i browser che ho provato sono stati vari: da Netscape a Opera passando per i vari Internet Explorer, per giungere in tempi più recenti a Firefox e infine a Maxthon. In ognuno di essi ho cercato qualcosa che si avvicinasse più a ciò che cerco, ovvero un browser leggero, privo di un'interfaccia confusionaria o invasiva, senza troppe funzionalità preinstallate ad appensantire il tutto. Eppure non ho trovato davvero quel che cercavo.

Internet Explorer 7

Internet Explorer 7 è davvero bello esteticamente, ma ormai mi sono abituato al motore di rendering di Firefox (sicuramente più preciso) e tornare a quello Microsoft (che non pare cambiato di una virgola) mi ha lasciato indispettito. Ho anche già verificato qualche malfunzionamento su siti facente uso di CSS. A parte questo, pare che ancora il discorso plug-in venga molto sottovalutato, mentre è chiaro come ormai sia stato artefice attivo del successo dei concorrenti. Nell'insieme non si può comunque dire che sia mal concepito, anzi. La barra occupa poco spazio, lasciando ampia visuabilità delle pagine web, e quello che c'è è esattamente quel che serve. Ci si deve solo abituare alla collocazione, non subito intuitiva.

Firefox 2

Firefox 2 è invece spettacolare, seppur non privo dei suoi soliti difetti. Anch'esso infatti pare non aver subito particolari evoluzioni se non dal punto di vista grafico e dell'interfaccia: non che il motore di rendering (il famigerato Gecko) avesse bisogno di modifiche, ma certamente questo browser soffre di un problema macroscopico di cattivo utilizzo della memoria. Dopo anche solo un'ora che è aperto arriva a occupare ben 75 Mb in RAM, per arrivare a picchi che si aggirano ben oltre i 100 Mb dopo svariate ore di utilizzo. Il consumo della memoria pare esagerato, o dovuto a una cattiva gestione (ammesso e non concesso che esista) del garbage collection, vero punto di forza di altri browser come Maxthon, ma anche dello stesso Internet Explorer (che occupa sempre meno del suo "compagno/rivale").
A parte questo (che non ritengo proprio un "difettuccio") il resto è come dovrebbe essere: ampia scelta di personalizzazione, senza troppe funzionalità preinstallate. Anche qui c'è tutto quel che serve, con la differenza che è esattamente nel posto dove ci si aspetterebbe che fosse, al contrario di IE7.

Maxthon 2

Maxthon 2 causa invece una sensazione di confusione totale sin dal primo impatto: sono davvero troppe le funzionalità già presenti nel pacchetto di installazione, dando così l'impressione all'utente di non poter scegliere cosa avere e cosa no, ma semplicemente lasciandolo in balia delle decisioni (troppe) prese dagli sviluppatori o dai designer. Troppi sono i bottoni, i menu che occupano l'interfaccia, talmente tanti che l'intuitività che un tale programma dovrebbe possedere viene quasi del tutta persa, mettendo l'utente nella situazione di dover cercare ciò che davvero gli servirebbe tra una selva di opzioni pressoché inutili. Il motore di rendering poi è quello di Internet Explorer, essendo Maxthon un browser che si appoggia al lavoro di Microsoft.
Dove invece eccelle questo programma è, paradossalmente, nella leggerezza in termini di utilizzo di RAM: anche dopo ore di utilizzo, riesce a ottimizzare lo spazio utilizzato, liberandolo dove gli altri invece preferiscono tenerlo occupato con byte ormai inutili all'utente.

Internet Explorer vs Firefox

Avendo in mente questi pensieri (e non avendo voglia di mettere mano anche a Opera, che per il momento ho accantonato) e attuato una scelta: ho quindi abbandonato Maxthon 2, che sebbene avesse una gestione della memoria molto intelligente, era decisamente un browser sgradevole e invasivo dal lato interfaccia, sino a rendere complesse anche operazioni semplici. Ho invece tenuto sia Internet Explorer 7, sia Firefox 2, ammaliato da entrambi, anche se in ambiti differenti.
Il primo lo uso principalmente a scopo lavorativo, quindi per lo sviluppo di web-application, il secondo a scopo personale, quindi per leggere la posta elettronica e per visitare siti, postare su forum a me cari, ecc... Ciascuno dei due browser ha quindi trovato un utilizzo, nei quali non posso dire di trovarmi male né con l'uno, né con l'altro. Certo, entrambi non portano le rivoluzioni che mi aspettavo (anzi), ma sono comunque due buoni prodotti che si spera un giorno abbiano maggior attenzione verso quei particolari che oggi ancora mancano.

mercoledì 8 novembre 2006

Recensioni per gioco: Tokobot (PSP)

Tokobot è una sorpresa. Di questo gioco non sapevo quasi niente, e proprio per caso mi è giunto per le mani, frutto di una curiosità che avrebbe potuto essere delusa con molta probabilità, ma che volevo soddisfare ugualmente. Tokobot è quel gioco che su PSP non ci si aspetterebbe, e che potrebbe passare purtroppo inosservato ai più.
Il primo impatto col gioco non è stato dei migliori: un vero e proprio menu è pressoché inesistente, a causa della sola presenza di due voci, una per iniziare una nuova partita, ed una per caricarne una già iniziata. E basta.
Con un po' di incertezza (avrò speso bene i miei soldi? od ho sbagliato acquisto) ho avviato una nuova partita... e lì la sorpresa.
La prima cosa che colpisce è un'introduzione disegnata molto bene, che denota una certa cura per i particolari. Si capisce che non ci sarà una storia raffinata e complessa, ma che la caratterizzazione dell'ambiente dove ci si dovrà muovere è ben definita: stiamo parlando di un'ambientazione simil-fantasy, dove ci si dovrà muovere alla scoperta di tecnologie appartenenti al passato (tra cui gli stessi "Tokobot" che danno il nome al gioco) di questo mondo di fantasia.

Tokobot 1

Il protagonista è così un archeologo, che si muove attraverso livelli pieni di strani marchingegni e robot di cui non si conosce esattamente la funzione. Il protagonista, di nome Bolt, non è però solo, ma viene supportato dalla sua base (da cui partono tutte le missioni) e affronta i suoi sforzi insieme ai Tokobot.
Ma cosa sono i Tokobot? Anche questi sono dei robot, ma a differenza degli altri che si incontrano in giro, questi sono belli da vedere... quasi sembrano sorridere. Con loro, Bolt può unirsi in alcune formazioni (che restano 3, dall'inizio del gioco alla sua fine) per intraprendere alcune azioni come saltare fossati, combattere contro i nemici, salire su alcune sporgenze, smuovere massi e ostacoli, e molto altro ancora.
Lo scopo di tutto ciò? Scoprire l'origine dei Tokobot e capire tutte le loro funzionalità.
Sul lato giocabilità, questo significa un gioco platform, che però si distanza un po' da quelli più tradizionali proprio a causa dei Tokobot e dei loro utilizzi: a discapito infatti delle sole 3 formazioni disponibili, le iterazioni possibili con l'ambiente di gioco sono tante e variegate, dando quel senso di varietà che non guasta. Il tutto, poi, è condito da enigmi e mini-giochi che si mescolano al gioco senza interruzione di sorta.

Tokobot 2

Tutto perfetto? Non tutto. Se all'inizio il gioco sembra bellissimo e tanto vario, andando avanti si possono notare alcune note più "stonate", come il fatto che si debba ripassare più volte in alcune mappe per poter sfruttare dei passaggi prima preclusi.
Un altro particolare un po' rivedibile è la telecamera, non sempre posizionata nel modo migliore (anche se comunque è sempre "azzerabile" di modo che si posizioni alle spalle di Bolt).
Ultima osservazione non del tutto positiva la si deve fare circa la calibrazione del livello di difficoltà, a volte molto facile, a volte più ostico (il tutto, però, senza mai diventare davvero frustrante... almeno non prima di essere giunti abbastanza avanti nelle fasi di gioco).
A fare da contrasto con tutto ciò, c'è da dire che gli autori di Tokobot sono stati sempre molto saggi nel scegliere dove posizionare i punti di salvataggio (non si può infatti salvare quando si vuole, ma si deve salvare in posizioni apposite), dando sempre la possibilità di scrivere su MemoryStick i propri progressi prima o dopo i momenti più complessi.
Tokobot è una sorpresa... in tutti i sensi. Un gioco che non dovrebbe mancare nella collezione di molti appassionati di platform, e in vari possessori di PSP.

Etichette: ,

lunedì 6 novembre 2006

Emozioni fuggevoli

Oggi sono felice. La giornata pare essere iniziata bene, e mi sento fiducioso sulle prossime giornate. Peccato solo per l'impatto sul lavoro, non sempre piacevole (perché esistono certe persone?), ma quest'oggi nulla può oggi oscurare questa mia sensazione di leggerezza d'animo, sollevato da un lieto evento.
Certo, le emozioni sono fuggevoli, e non sempre sono destinate a durare; ma oggi c'è fiducia e non voglio lasciarmela scappare... non ancora. E' una sensazione sin troppo piacevole per sprecarla a causa di "interferenze esterne".
E' comunque davvero un periodo strano, questo: cercavo un cambiamento che non sono riuscito a trovare... ma forse, per caso più che per volontà, alla fine un cambiamento (seppur piccolissimo) è giunto. Non mi piace farmi troppe illusioni: in passato l'ho già fatto e sono rimasto piuttosto deluso, ma non riesco a farne a meno.
Ora però un lettore casuale che sia capitato qui e che stia leggendo tutto questo si starà domandando di cosa stia parlando, ma come già accaduto in passato non voglio dilungarmi in particolari inutili. Forse è una cosa scontata, forse no, ma è comunque mia e mi sento solo di aprirmi parzialmente con questo diario pubblico.
Il resto è mio, come i miei dubbi e le mie emozioni fuggevoli.

mercoledì 1 novembre 2006

Che invenzione!

L'invenzione della radio è probabilmente una delle più importanti della storia, una di quelle che ha più rivoluzionato il nostro modo di essere, di vivere. Io sono radio-dipendente in varie circostanze: in macchina non potrei farne mai meno (i CD di tanto in tanto stufano), a casa in determinate situazioni può essere di compagnia... ma al lavoro può essere addirittura la salvezza.
Ci sono giornate che non sembrano passare mai, giornate in cui vorresti non ascoltare la voce di un collega a te vicino, giornate in cui vorresti anche ascoltarti qualcosa di divertente di tanto in tanto che ti risollevi il morale. In queste giornate non c'è nulla di meglio di attaccare per un po' una radio, semplicemente collegandosi al sito web del canale che si vuole ascoltare... un click solo per avere direttamente nelle cuffie del proprio PC musica, dialoghi divertenti o interessanti, notizie, e molto altro ancora.

La radio

Le radio che mi capita di ascoltare sono varie: da Radio Deejay (forse quella che preferisco nel contesto lavorativo causa la sua simpatia), Radio Dimensione Suono (la preferita in macchina perché è quella che trasmette più musica negli orari in cui solitamente sono alla guida), RTL 102.5 (soprattutto in casa), Radio Capital, Radio 101, ecc... La lista è davvero abbastanza lunga e variegata. Ciascuna di queste riesce a farmi dimenticare per un attimo quelli che sono magari i problemi più pressanti della giornata, o (in alternativa) ad allietarmi riuscendo poi a ributtarmi a "pesce" in ciò che devo fare. A modo suo, l'ascolto della radio, consiste in una distrazione momentanea, distrazione che può aiutare a lavorare meglio, piuttosto che peggio (naturalmente senza esagerare, ci mancherebbe).
Fortuna che hanno inventato la radio, altrimenti certe giornate non si concluderebbero mai!