Diario di un traduttore
[Pensieri, riflessioni, ossessioni e sogni di un giocatore alle prese con la lingua inglese]

Questo blog si è trasferito su diariotraduttore.com!!

giovedì 30 giugno 2005

Guida alla traduzione: dizionari in linea

Qualcuno si ricorda la mia "Guida introduttiva alla traduzione di videogiochi per PC" (certo che potevo anche ideare un titolo più breve, però)? Non so perché, ma in questi giorni gli stavo dando un'occhiata e mi chiedevo se fosse il caso di aggiornare quel documento con alcune note recenti. Ma cosa inserire? Di note a margine ce ne sarebbero anche, così come parti da espandere e migliorare, ma la domanda resta...
E così mi è venuto il mente di usare il mio diario, questo diario: ecco perché quest'oggi inauguro un nuovo spazio che di tanto in tanto farà capolino da queste parti, uno spazio che cercherà di trattare alcuni aspetti tecnici più recenti, alcune note che tutto sommato non vale la pena di inserire singolarmente nella guida stessa.
Giusto per inaugurare questo nuovo appuntamento, ho deciso di iniziare dai traduttori in linea, un argomento che nella mia guida avevo affrontato solo parzialmente citando l'ottimo Babylon Translator, uno dei più completi dizionari linguistici esistenti. Ecco, qui mi soffermerei un attimo, in particolare sulla parola "dizionario": un buon traduttore non deve infatti affatto vergognarsi da far uso di tali tipi di strumenti, perché c'è sempre un modo di dire o una particolare terminologia che può sfuggire (anche al miglior conoscitore di lingue straniere) a una prima analisi. Il dizionario serve quindi a cercare eventuali significati italiani.
Questo non significa che si può tradurre tutto automaticamente: senza bisogno di tornare alla citazione di Foscolo (guarda un po', anche oggi ho dovuto nominarlo) o alla riflessione di ieri sulla trasparenza, è chiaro a tutti che un qualsiasi strumento informatico non può (per il momento, chissà un futuro) sostitutire la duttilità mentale tipica degli uomini. Ecco perché un traduttore non userà mai programmi come Babel Fish, ma programmi come Babylon Translator.
A tal proposito vorrei segnalare un'applicazione che ho scoperto da poco, ovvero Everest Dictionary: a differenza di Babylon è completamente freeware, e offre una suite davvero niente male, con un dizionario abbastanza completo (sebbene ancora non raggiunge la complessità del primo).

Dizionario Garzanti

Un'altra alternativa è (quando non si sta lavorando del proprio PC) Garzanti Linguistica: collegandosi infatti al sito della Garzanti (e iscrivendosi... tranquilli, è tutto gratuito) si può disporre di una versione elettronica del ben noto dizionario cartaceo (in quanto a completezza non ha rivali).
OK, mi sembra che il concetto sia tutto sommato chiaro, ma a questo punto cosa conviene usare? Dipende dai casi: Babylon Translator è di uso immediato e contiene vari modi di dire ed espressioni gergali (molto ultili), Everest Dictionary è gratuito e offre molte opzioni di personalizzazione (gestendo propri dizionari), Garzanti Linguistica offre la vastità dell'omonima opera cartacea ed è completamente online. Naturalmente poi ci sono altri dizionari in linea, ma quelli che ho usato principalmente sono stati questi, e mi sono trovato talmente bene da non avere necessità di rivolgermi altrove (per il momento).
Con questo credo di aver finito per oggi, e quindi... beh, alla prossima puntata di questa appendice alla guida! :-)

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mercoledì 29 giugno 2005

Traduzione, paradosso della trasparenza

Quest'oggi me ne stavo tutto tranquillo a lavoro (finalmente un giorno di pace senza corse dell'ultimo minuto... almeno per la mattinata) quando, girando per il web alla ricerca di uno spunto interessante per il post di oggi (ricordate il mio post sui "voli pindarici"?), mi sono imbattuto in questa pagina che mi ha davvero incuriosito.
Trattasi del tema di un meeting organizzato un paio di anni fa dall'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", in collaborazione con la Biblioteca Nazionale di Napoli. Ciò che mi ha attirato in prima analisi è stato il titolo, ovvero "La traduzione: il paradosso della trasparenza". Essendo io un po' malato in materia (che vi devo dire... è una passione che non svanisce col tempo), non potevo desimermi dal fermare i miei occhi su quelle parole.
Ecco un piccolo estratto di quanto si può trovare nella pagina linkata sopra:

La trasparenza [...] si configura come una norma ISO e costituisce uno dei parametri di valutazione della qualità della traduzione specialistica. [...] La lingua filtra il mondo e la traduzione mette in atto un doppio filtro linguistico e culturale. La traduzione dunque in quanto ponte tra due lingue e due culture è un passaggio interpretativo.

Università degli Studi di Napoli 'L'Orientale'

La trasparenza può allora diventare un canone interpretativo, ma anche presentarsi come paradosso, se si considera la non neutralità della lingua e della cultura. [...] - La traduzione: il paradosso della trasparenza

Gli spunti che si possono trarre da questo spaccato (peccato non saperne di più sul resto) non sono certo pochi, anzi!
Vedere una traduzione come un passaggio che deve cercare di essere il più possibile "trasparente", al di là di quelle che sono le differenze che distinguono ciascun linguaggio, rende davvero l'idea di quale dovrebbe essere lo scopo ultimo di un lavoro di questo tipo. Oltretutto, se ci si fa' caso, questa definizione di trasparenza non si allontana poi molto da quella data da Foscolo all'atto stesso della traduzione (per chi non sapesse di cosa sto parlando, leggete questo post), da lui definita come qualcosa che possa mantenere intatte passioni ed emozioni. Non è anche questa una forma di trasparenza che si eleva al di sopra di ogni diversità linguistica e culturale?
Insomma, un altro motivo per cercare di capire meglio cosa facciamo all'interno del nostro gruppo. La mia ricerca non è comunque finita, e chissà quali altre riflessioni vedranno la luce in questo blog.
Interessante? Non so per voi coraggiosi che vi siete avventurati in queste lande desolate, ma visto che questo è un blog, perché no?

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martedì 28 giugno 2005

Appunto personale

Quest'oggi, causa recenti impegni esterni del sottoscritto (tutto sarà più chiaro nelle settimane a venire), mi è tornato in mente quel progetto di rifacimento del sito di cui avevo parlato in uno dei primi post di questo mio primo diario "internettiano". Un progetto che (come in parte temevo) è nuovamente finito nel repository delle "buone idee, ma mai realizzate".
I motivi? Ahimè sempre i soliti: mancanza di tempo e di capacità grafiche per poter affrontare un rifacimento simile. C'è poi anche un discorso di originalità (fare una mera copia grafica del blog, per quanto possa essere piacevole come stile e sobrietà, non è il massimo della vita).
Magari mi farò venire qualche idea migliore nei prossimi giorni, ma come ho detto di recente via MSN a un amico, il fatto di essere programmatore per lavoro mi toglie ogni voglia di mettermi a guardare codice (anche semplice HTML) a casa.
Vedremo... ad ogni modo mi segno questo appunto per non dimenticarmene del tutto! :-)

lunedì 27 giugno 2005

Le mie immersioni

Contravvenendo in pieno a quanto mi ero proposto quando avevo creato questo blog, oggi ho deciso di pubblicare proprio qui alcune foto tratte dalla mia ultima immersione nel mare ligure (per la precisione si tratta del piccolo porticciolo isolato di Framura, al limite delle Cinque Terre).
In fondo questo diario stava diventando un po' "monotono" (ahimè, a forza di parlare di traduzioni), e quindi non è mai detto che non ripeta l'esperimento anche in futuro inserendo argomenti non direttamente correlati alle localizzazioni e al G.I.T. in sé stesso.
Magari (anzi, quasi sicuramente) tutto questo non interesserà poi tantissimo a quei pochissimi che si avventurano sin qui, ma essendo questo un diario non mi sembra una cattiva idea, in fondo. Questo non significherà comunque che d'ora in poi inizierò a raccontare la mia vita (quella è privata), ma che magari qualche spezzone così, giusto per rompere la monotonia, sì!

Le mie immersioni 1 Le mie immersioni 2

Le mie immersioni 3 Le mie immersioni 4

Le mie immersioni 5 Le mie immersioni 6

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domenica 26 giugno 2005

La storia infinita

Ah, che stupenda giornata, davvero una stupenda domenica di fine giugno. Ma ormai volge verso il termine, e quindi rieccomi qui davanti alla schermata di inserimento di questo blog a cercare di fare il punto della situazione sulle attività del G.I.T.!
Eh sì, anche in questo periodo dell'anno (che per me, lavoro a parte, è quello più associato al relax e a sport più estivi come le mie care immersioni in mare) abbiamo varie cose da fare. Una di queste cose è inerente all'uscita di IL-2 Sturmovik: Forgotten Battles allegato a Giochi per il Mio Computer di luglio, gioco di cui abbiamo pubblicato la traduzione un mese fa circa.
Il lavoro di Antonello "Nvidiamen" Tripodina era stato studiato per funzionare sia con il gioco base che con l'espansione Ace, ma con questa release abbiamo scoperto una incompatibilità di cui non eravamo al corrente, e stiamo cercando di porvi rimedio (magari offrendo anche qualcosa in più, chissà).

IL-2 Sturmovik: Forgotten Battles

C'è poi Tribes: Vengeance, il cui beta testing ha subito una bella accelerata grazie all'impegno di Turisasà (come avevo scritto nel mio post del 16 giugno).
E poi? Beh, ci sarebbero altre cosette, che però al momento non mi va ancora di raccontare a questo mio diario. Più che altro si tratta di qualche idea "gittiana" (termine testè inventato) per qualche nuova traduzione, e di un progetto esterno a cui sto partecipando come collaboratore (e sul quale non mi pare quindi il caso di dire di più sino a ulteriori annunci da parte dell'ideatore e responsabile).
Insomma, non si può certo dire che ci manca il lavoro, anzi. A tal proposito ogni volta che chiudiamo una traduzione (o un progetto) penso che un altro passo è stato compiuto, e di potermi prendere un piccolo periodo di pausa totale di completo rilassamento... salvo poi saltare fuori qualcos'altro. E così finito un lavoro ne inizia subito un altro!
La storia infinita!

venerdì 24 giugno 2005

Yin e Yang

Lingua originale o traduzione? Questo è un dubbio su cui ho sentito più volte trattare in giro per forum e siti, dove solitamente si venivano a delineare forme precise di pensiero: chi a favore delle traduzioni, chi grande sostenitore delle lingue originali. E questo non solo per quanto riguarda i videogiochi (anzi), ma anche per tutto il resto, come film, libri, ecc...
Ma cosa differenzia queste due correnti di pensiero? In fondo credo proprio nulla, perché alla radice si trova la stessa voglia di godere al meglio di questi attimi di relax (in tutte le sue varie forme). Ciò che veramente è diverso è il modo in cui l'una parte e l'altra parte identificano questa esperienza... come una sorta di Yin e Yang, due faccie della stessa medaglia.

Yin e Yang

Personalmente non posso dire di non amare né la prima, né la seconda soluzione: la lingua originale ha un fascino tutto suo, ovvero quello in cui è stata pensata e realizzata una data opera. Spesso mi capita infatti di pensare (ascoltando un film doppiato, giocando un videogioco localizzato o leggendo un libro tradotto) a quale era il termine originale per una parola, oppure il modo in cui era stata pensata una frase.
Ma volete mettere la comodità di mettersi tranquilli, sulla propria sedia o poltrona e concentrarsi solo sull'esperienza in sé, senza preoccuparsi di non capire una parola o perdere anche un solo concetto? Non c'è nulla che io detesti di più di perdere il senso di un discorso.
E allora? Meglio Yin o Yang? Nessuna delle due, a volte meglio la lingua originale (per gustarsi ogni virgola), a volte meglio la traduzione (per rilassarsi e farsi trasportare). E' solo questione di ispirazione momentanea.
Almeno per me, è ovvio! :-)

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mercoledì 22 giugno 2005

Volare

In uno dei miei post dei giorni scorsi (forse anche della scorsa settimana, ora non ricordo bene) avevo accennato ai miei "voli pindarici". Ebbene sì, per questo diario ho deciso di abbandonare ogni razionalità, ogni forma di pensiero prestabilita, ogni decisione a priori su cosa scriverò giorno dopo giorno... Preferisco lasciare che sia la tastiera (solitamente si direbbe la penna, ma questo è un diario elettronico) a guidarmi. E se il tutto sembra privo di una logica, beh... è perché in effetti non c'è alcuna logica. Mi piace che sia così, ovvero una forma di scrittura il più possibile vicina ai sentimenti e alle sensazioni, piuttosto che alla ragione.

Pindaro

Forse è per questo che mi lancio in tanti "voli pindarici". Ma chi è Pindaro? Non so se vi importa, ma tanto mi va di scriverlo e quindi... ecco quanto: Pindaro era un poeta lirico greco famoso per le varie sue opere scritte nell'arco dei suoi lunghi 80 anni di vita (per quell'epoca un miracolo), e in particolare per il modo repentino in cui sapeva cambiare argomento, passando da un tema ad un altro apparentemente senza un filo logico.
Insomma, si faceva condurre nelle sue opere principalmente dalla sua fantasia e dalle sue emozioni, dando così vita al mito che oggi tanto conosciamo.
Una bella storia, vero? Beh, io non sono certo un poeta (davvero ben lungi dall'esserlo), né è quello che voglio fare: qui, però, in questa piccolissima (nonché personale) radura nascosta nella fittissima "foresta" di internet voglio permettermi di dimenticare ogni logica e farmi trasportare un po'!
Volare è così bello... :-)

lunedì 20 giugno 2005

Ode a Google

Che cosa è Google? Come ha modificato le nostre abitudini "internettiane"? Cosa ha introdotto che prima non esisteva?
E' proprio con queste domande che voglio iniziare il mio post di oggi, ovvero sull'importanza che questo portale ha assunto per molti navigatori di questo mondo in rete, privo di qualsivoglia limite. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di dare una definizione di Google: un portale? Un motore di ricerca? Una comunità? Un insieme di servizi?
Probabilmente nessuna di queste definizioni è singolarmente adatta allo scopo che mi sono prefissato, ma probabilmente l'insieme di tutte esse sì. Google è un motore di ricerca a cui si rivolge la maggioranza delle persone, è un portale che raccoglie informazioni e servizi dedicati alla comunità (caselle e-mail e blog sono solo una piccola dimostrazione). E' un punto di partenza!
Ha poi modificato le nostre abitudini? In parte sì: ha introdotto il concetto di un motore di ricerca snello ed efficace come nessuno prima d'ora, ha inventato una casella e-mail superiore al gigabyte, e molto altro ancora.

Google

"Sì, va bene", direte voi, "ma perché scrivere una lode a Google su questo diario?". Perché Google mi ha fatto scoprire la possibilità di creare questo piccolo spazio web personale, perché grazie a Google ho una casella da oltre 2Gb che ha risolto ogni mio problema precedente, e perché mi fornisce ogni giorno spunti e idee da trattare su questo diario (ed ecco, finalmente, il collegamento logico... iniziavate a credere che non esistesse, vero?).
Il motore di ricerca delle immagini mi permette poi di trovare sempre qualcosa di interessante da inserire nei post, per rallegrarli un po' (a tal proposito, provate a usare questo motore e a cercare la parola "traduzione" e ad andare sulla terza pagina... trovere un logo assai familiare).
Lo scopo di tutta questa "filippica" mi sembra ormai palese, e spero che le menti che si celano dietro a questo nome ci regalino altre soprese anche nel futuro.
Evviva!

domenica 19 giugno 2005

Hackers!

Oggi, tranquillo tranquillo dalle mie parti (purtroppo causa vari impegni sono saltati tutti i "propositi" di mare), stavo ripensando a quello che avevo scritto l'altro giorno sugli attacchi dei cracker. In particolar modo mi e' tornato alla mente un libro che ho letto un po' di tempo fa (che da buon informatico non avrebbe mai potuto mancarmi) ovvero "Hackers!" di Tsutomu Shimomura.
Per chi non sapesse di cosa sto parlando, questo libro narra la vicenda reale che ha portato alla cattura del noto hacker americano Kevin David Mitnick, un personaggio che dopo il suo arresto ha fatto molto parlare di se' e che era responsabile di vari crimini informatici tra cui alcune intrusioni a danni di compagnie telefoniche, attacchi a reti governative e molto altro ancora. In pratica si trattava di uno dei maggiori ricercati dall'FBI, tant'e' che la sua caccia inizio' nel 1981 per concludersi solo nel 1995.
Al di la' di ogni considerazione morale su quella vicenda (ci sono tutt'ora siti che difendono Mitnick dicendo che fosse una sorta di caprio espiatorio, altri che lo attaccano dicendo che era un criminale e che come tale e' stato condannato), il libro presenta davvero molti aspetti interessanti. Naturalmente alcune cose oggi fanno sorridere (le ricerche di cui parla il libro avvennero appunto nei primi anni '90, per concludersi nel 1995, quindi l'informatica di allora era molto un po' piu' "primitiva" di quella moderna), ma leggere passo passo gli sviluppi fatti da Shimomura per riuscire a rintracciare, con enorme pazienza, la fonte di quegli attacchi e' affascinante.

Hackers!

Questo giovane giapponese, tra l'altro, non faceva parte di nessuna forza di polizia, ma si trattava semplicemente di un ragazzo che aveva subito sul proprio PC personale un attacco da un ignoto (Mitnick, per l'appunto). Con una caparbieta' e una costanza quasi incredibile, Shimomura riusci' dove l'FBI aveva fallito per tanti anni e localizzo' il responsabile di quell'intrusione.
Riallacciandomi al discorso che facevo l'altro ieri (giusto per chiudere questo post cosi' come e' iniziato), pensavo a quanto oggi sarebbe un po' piu' complicato tentare un'impresa come questa. La tecnologia informatica ha fatto passi da gigante in questi 10 anni, naturalmente con la inevitabile conseguenza di una sempre maggiore complessita'.
Ma niente e' impossibile, e quindi ecco saltare fuori alcune manifestazioni di hacking dove si ha a disposizione un numero limitato di ore per riuscire a violare i PC degli altri senza permettere che avvenga lo stesso sul proprio: sto parlando del Campionato Nazionale di Hacking, iniziativa che si svolge sia in Italia che in vari altri paesi (come in California, dove peraltro lo scorso anno ha vinto un team italiano). Niente male, vero?
Eh si', quel discorso dell'altro giorno mi ha fatto "volare" (quasi come Icaro, senza avere una destinazione o sapere quanto durera') su tanti altri pensieri.

P.S. Una postilla che non c'entra niente, ma che voglio aggiungere: oggi sono finalmente riuscito a trovare il tempo per pubblicare sul sito del G.I.T. le pagine della traduzione di Star Trek Deep Space 9: The Fallen. Non che poi la cosa richiedesse cosi' tanto tempo, ma semplicemente non mi ero ancora fermato un attimo per pensarci. :-)

sabato 18 giugno 2005

Babele

Allora tutta la Terra aveva un linguaggio e usava le stesse parole. Ora, avvenne che, emigrando dall'Oriente, trovarono una pianura nella regione del Sennar e vi abitarono. [...] E dissero: Orsù, edifichiamoci una città e una torre con la cima che guarda verso il cielo. [...] - Libro della Genesi

E' così che nel Libro della Genesi inizia il racconto della fantastica e incredibile Torre di Babele, luogo di incontro di una grande multitudine di culture differenti tra loro, tutti accumunati dall'uso di una unica lingua comune.
Tralasciando i passi successivi del mito (dove il Signore punì con la diversità di lingua il tentativo degli uomini di raggiungere il cielo tramite la Torre stessa), è verso questo "prologo" che ieri ho rivolto il mio pensiero mentre discutevo con Iulio della differenza d'età che caratterizza i membri del nostro gruppo. Perché le differenze non si limitano solo al numero di anni, ma a molti aspetti che ci rendono, in piccolo (ovviamente), uno "spaccato" del mondo.
Il G.I.T. può infatti essere considerato come una vera e propria Torre di Babele, dove persone di età e cultura diversa si incontrano e cercano di condividere qualcosa. E' un paragone un po' forzato?

Torre di Babele

Di certo so solo che da qui è passata gente di ogni tipo: ragazzi di 15/16 anni ancora in piena scuola superiore, uomini appena fatti sui 20 anni, ragazze nel fiore dei loro anni, individui più cresciuti sui 30, padri di famiglia sui 40/50 anni di età.
Per non parlare della posizione geografica: Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio, Abruzzo e Sicilia sono solo alcune delle regioni italiane da cui proveniamo. Ma non c'è solo questo: dal G.I.T. sono infatti passate persone anche da oltre oceano, per la precisione dagli Stati Uniti.
E le lingue? Anche queste non sono poche: oltre al classico italiano e lo scontato inglese (eh beh...) c'è chi conosce il francese, chi il tedesco, chi lo spagnolo e chi lo "statunitense" (che per determinati aspetti è una lingua a parte).
Capite? Potrei andare ancora avanti a lungo (parlandovi ad esempio delle differenze culturali, di pensiero, di studi), ma forse quanto ho scritto può bastare per esprimere il concetto che mi è balenato in mente in quella fatidica discussione a cui accennavo sopra. E, in questo senso, mi piace pensare al G.I.T. come a una ridotta rappresentazione del mondo, o meglio della Torre di Babele, dove incontrare e conoscere genti molto variegate tra loro.
Questa è la nostra ziqqurat!

venerdì 17 giugno 2005

Il silenzio della camera

Non ho mai capito che senso abbia attaccare un sito, violarlo per modificare alcune scritte o per cancellare determinato materiale. Forse è dovuto al fatto che non ho mai provato a fare una cosa simile, e allora non posso capire. Ma cosa si deve provare dopo essere riusciti a danneggiare qualcun'altro? D'accordo, attaccare un sito non comporta moltissimi danni (ogni webmaster dovrebbe sempre tenere una copia del sito sul proprio hard disk), ma è davvero molto irritante trovare il proprio sito modificato da qualcun'altro, che nemmeno si conosce, per puro divertimento. E' anche solo irritante sapere che qualcuno ci ha messo mano.
Naturalmente lo spunto di questo post viene dalla news che campeggia sulla home page del sito dei Figli di Gaucci Productions, su cui si parla di un attacco al loro forum a opera di ignoti. E' inutile dire che sono notizie che fanno male...

Matrix

Purtroppo non è la prima volta che si sentono di attachi simili: persino il sito del G.I.T. (compreso uno dei suoi host, ovvero America's Army Italia) è stato sottoposto, tempo fa, a un attacco da parte di un cracker, ma anche altre comunità, come The Black Hole sono state più volte bersaglio di ignoti. E non sarà certo nemmeno l'ultima volta, di questo si può esser certi!
Quello che non si capisce è il fine di queste azioni: siti come quelli di gruppi o persone che si dedicano a traduzioni (ma qui potrei espandere il campo anche a molti altri soggetti) non costituiscono certo un danno per nessuno, né nascondono segreti incredibili da scoprire violandone gli spazi web. No, in fondo sappiamo tutti perché certa gente si diverta attaccando siti e comunità, ovvero per il semplice appagamento personale quando (nel silenzio della propria camera, almeno così me lo immagino io) esulta per aver raggiunto un grande traguardo da cracker.
Una cosa da film, insomma, dove tutti riescono a violare i computer di tutti con una facilità estrema. Peccato però che la vita non sia tutta un film!

giovedì 16 giugno 2005

Tranquillità, ma non troppa!

Dopo qualche post di natura riflessiva, torno a redigere una nota che guarda il lavoro del G.I.T. un po' più da vicino (ma sento che presto tornerò ai miei cari "voli pindarici"). Dopo le uscite delle ultime due traduzioni è infatti tornata un po' di tranquillità (almeno per il sottoscritto), anche se gli impegni non mancano.
C'è infatti da organizzarsi per il beta testing della traduzione di Star Trek Deep Space 9: The Fallen (lavoro a cura di Matteo "Iulio" Iuliano), e devo decidermi a trovare il tempo per creare le pagine per il sito dedicate ad essa.

Star Trek Deep Space 9: The Fallen

C'è poi il beta testing di Tribes: Vengeance, che torna di attualità nella mia mente (ma è poi mai veramente scomparsa?), ma qui per fortuna ho un nuovo aiuto che mi ha affiancato, ovvero Turisasà. Finalmente potrò accelerare un po' questa fase e dedicarmi anche a qualcos'altro.
Che poi, a ben vedere, avrei anche altre cose da fare (sì, lo so, mi sono riproposto di evitare di parlare di fatti strettamente personali): tra lavoro e altri impegni di vario tipo di pensieri ne dovrei davvero avere.
Ma il G.I.T. resta sempre qui. E come faccio a dimenticarmene?

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mercoledì 15 giugno 2005

Ugo Foscolo

Ieri sera, dopo aver redatto il mio post sulla spontaneità della comunità internettiana, mi sono imbattuto in un sito che narra di Ugo Foscolo come storico traduttore italiano che passò parte della sua vita cercando di portare nella nostra lingua capolavori come l'Iliade e l'Odissea, nonché molte altre opere.
Incuriosito mi sono messo a leggere meglio (ammetto di non essere mai stato particolarmente bravo in letteratura italiana) e sono giunto a una frase che mi ha davvero colpito:

Ottima fra le possibili traduzioni di poemi antichi in lingua moderna, quella che generalmente ecciterà le stesse passioni nell'anima, e le stesse immagini alla fantasia con lo stesso effetto dell'originale - Ugo Foscolo

Mi sono sempre chiesto quale potesse essere la definizione migliore che si potesse assegnare all'atto di tradurre un testo, videogioco o libro che fosse. In giro ne ho lette alcune, ma nessuna mi piaceva veramente. Ho persino provato a scrivere cosa intendevo per "traduzione" nel primo diario di traduzione che scrissi sul G.I.T., ma ero davvero lontano anni luce da queste parole.

Ugo Foscolo

Ecco perché adesso questa frase (seppur, ahimè, leggermente tagliata per problemi di spazio) campeggia su ogni pagina di questo piccolo spazio web.
E credo proprio che rimarrà lì dov'è per molto tempo a venire.

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martedì 14 giugno 2005

Incredibile

E' incredibile! E' davvero incredibile la sensazione di quando si vede finalmente finito un lavoro che ha richiesto mesi a capire, tradurre e raffinare (spessissimo nei particolari). E' incredibile il modo in cui la comunità sa essere vicina in occasioni simili: sto pensando al sito della nota rivista The Games Machine e a Dune Italia (il maggior sito di riferimento italiano per quanto riguarda i libri di Frank Herbert e quello che ruota loro intorno), ma non solo. Penso infatti anche ai vari messaggi, sia di saluto che alle segnalazioni di errori e problemi.
So che ho già parlato di questo nella news di oggi, ma volevo segnarmi anche una nota sul diario, perché nonstante le traduzioni non siano un argomento nuovo (esistono vari gruppi e anche da vari anni) mi accorgo che in fondo non è cambiato nulla, e ogni release è come se fosse la prima. Bassa retorica da diario da quatto soldi? Direi di no, almeno non quando una di queste release ha richiesto (e non parlo di me, perché in entrambi i lavori appena rilasciati ho avuto un ruolo veramente molto marginale) mesi di impegno continuo.
Per tutti questi motivi è incredibile... davvero incredibile!

lunedì 13 giugno 2005

Sì, ho preso la decisione. Dopo un po' di giorni in cui non sapevo cosa farne di questo blog, ho deciso di renderlo pubblico e aprire i "cancelli" virtuali di questo spazio. Magari sarà completamente inutile e nessuno lo leggerà mai... magari qualcuno ci troverà degli spunti di riflessione... magari qualcuno sorriderà al pensiero di me che redigo questo diario.
Non lo so, ma forse questo spazio colmerà quella lacuna che il sito non ha mai saputo comunicare, ovvero quello che sta dietro al G.I.T. e alle sue traduzioni... perché il G.I.T. è fatto di persone con la loro vicende, problemi e pensieri. Il sito può comunicare lo stato di una traduzione o una release, ma non potrà mai comunicare sensazioni.
Ed è un peccato, perché ogni traduzione porta con sé tantissime emozioni, e se anche solo fossi in grado di comunicarvi un centesimo di queste emozioni sarebbe meraviglioso.
Io ci provo, e se vi sembrerò un po' matto... beh, chi ha mai sostenuto di non esserlo! ;-)

domenica 12 giugno 2005

La passione

E due! Finalmente dopo l'uscita della traduzione di Knights of Honor, ieri abbiamo pubblicato anche quella di Emperor: Battle for Dune (anche se la traduzione in sé non è finita del tutto, ci sarebbero i filmati da sottotitolare, ahimè). Una bella emozione per me e per chi ha affrontato questi lavori, ma non solo: in occasione del rilascio del primo di questi due lavori c'è infatti anche stata l'occasione per uno spunto di riflessione sulle traduzioni e sulla passione che accumuna se ne occupa.
Lo spunto è nato in questo thread del forum del G.I.T., thread nato per segnalare errori contenuti nella traduzione di Knights of Honor, ma che si è trasformato in qualcosa di più. Ma prima di spendere mille parole riporto una frase di Daniele "Bibbo" Gaviraghi (uno dei due traduttori di questo gioco) che mi ha colpito particolarmente (a tal punto che è la seconda volta che la riporto, di cui la prima sul thread linkato sopra):

Da questo scambio di messaggi sul forum ho capito una cosa importante. Anche nelle cose fatte per hobby è necessario mettere tutte la cura e la concentrazione di cui si è capaci perché il fatto che non si sia "pagati" per un determinato lavoro non deve sminuire l'importanza del tuo impegno - Bibbo

Andiamo però con ordine: a fronte di alcune segnalazioni di errori ortografici, mi sono chiesto cosa significasse (o come si potesse identificare) il termine "buona traduzione". Ebbene, sono giunto alla conclusione che una buona traduzione non sia determinata da un perfetto controllo ortografico, ma da un insieme di feeling (sensazioni, all'italiana) che la traduzione stessa può dare mentre si gioca. E' quello che altri potrebbero chiamare il "carisma". Certo, una eccessiva quantità di errori anche banali (ovvero quelli ortografici) possono ridurre questo "carisma", ma entro certi limiti secondo me non è importante.

Knights of Honor

Certo, lasciare gli errori lì dove sono facendo finta di niente sarebbe disdicevole (e infatti non è il caso di questo progetto, dove Spider_83 e Bibbo stanno già lavorando alla correzione), ma non compromettono seriamente una traduzione o l'impegno che si è profuso per portarla a termine.
E' la passione, in sostanza, che fa' la differenza, e la voglia di cercare di ottenere sempre il meglio, in qualsiasi situazione (personalmente, poi, non credo di essere una persona che si accontenta facilmente... nel bene e nel male).
Ecco, quindi, come da un thread di segnalazione errori sia nata una riflessione tutta nuova, che ho voluto raccogliere qui, per ricordarmene in futuro.
Così se un giorno mi capitasse di pensare di lasciare tutto, forse rileggendo queste note potrei cambiare idea.

venerdì 10 giugno 2005

Proprietà privata

Dopo un paio di giorni di silenzio torno con un pensiero un po' più breve degli altri, ma non per questo meno significante. Il nocciolo della questione riguarda proprio questo blog, che non ho ancora reso pubblico.
Lo scopo del blog è proprio quello del suo titolo, ovvero redigere un diario di viaggio che settimana dopo settimana, mese dopo mese, racconti alcune vicende legate alle nostre traduzioni, vicende che non sarebbe possibile scrivere sotto forma di news (altrimenti intaseremmo il sito con curiosità).
Ora però, dopo aver scritto qualche nota su questo diario "virtuale" mi chiedo se far sì che tutti lo leggano, o tenerlo privato. Qualcuno potrebbe obiettare che un blog non ha molto senso in forma privata (altrimenti si potrebbe scriversi un diario "reale" con carta e penna), ma ormai sono assuefatto a internet e alle sue varie forme di espressioni... che siano siti web, forum, blog e quant'altro.

Proprietà privata

Il vero punto della questione è: sarebbe davvero utile un diario continuo (non più come i vecchi diari che erano uno spunto mensile per analizzare il mondo delle traduzioni)? Davvero racconterebbe qualcosa di interessante? Qualcuno lo leggerebbe?
Sono ancora dubbioso. Continuerò comunque a scrivere qui pensieri e curiosità su ciò che capita nel G.I.T. e sulle sue traduzioni, e quindi non cancellerò questo blog.
E poi non è detto che un giorno cambi idea e renda pubblico anche questo (piccolissimo) spazio web. Ci penserò su...

martedì 7 giugno 2005

Pesantezza? Ecco la soluzione!

Questa settimana sembra davvero piena di idee e, ancor prima di rendere pubblico questo blog, arrivo già al mio quinto (almeno mi pare che sia il quinto... ora come ora non ricordo bene) post.
Il sito, è questo adesso il fulcro dei miei pensieri circa il G.I.T. (ovvero comunque una minima parte... non sto qui infatti a parlare della mia vita perché sarebbe fuori luogo): dopo aver iniziato infatti a redigere questo diario, mi sono reso conto ancora di più di quanto sia pesante la grafica del sito attuale.
La mia idea di sito ideale è molto piu' leggera, di semplice e scorrevole lettura. Questo non significa che il sito attuale sia difficile da usare (almeno non credo, anche se non starebbe a me dirlo), ma che è tutto un po' troppo "pesante" da vedere (io ho sempre avuto questa sensazione, perlomeno).
La grafica del blog è invece chiara, ma non per questo meno utile o sviluppabile. Ecco allora forse un nuovo spunto per studiare un'alternativa: non sarebbe la prima volta che immagino una versione differente del nostro "piccolo" spazio web (piccolo, poi, per modo di dire, data la quantità di pagine che lo compongono), ma prima d'ora non ho mai avuto quello spunto che portasse a qualche conclusione pratica.
Questa volta però ho buttato giù più di una semplice base, e chissà che non ne esca qualcosa di carino. Un tentativo lo faccio, e se poi finirà nel "repository" delle belle idee, ma mai realizzate, significa che rimanderò l'argomento al futuro.
Se solo fossi un grafico un po' più bravo, o avessi più tenpo per dedicarmici...

lunedì 6 giugno 2005

I silenziosi

Altra giornata, altra entry. A quanto pare ci ho preso gusto a scrivere qualcosa su questo blog (sebbene sia ancora illeggibile dall'esterno... a tal proposito dovrò decidermi a rendere attiva e linkata anche questa sezione direttamente dal sito principale).
Oggi il pensiero va a un altro lavoro che devo concludere anche abbastanza velocemente, ovvero la traduzione di Emperor: Battle for Dune! Il beta test si è infatti concluso con successo (grazie, e questa volta è davvero il caso di dirlo, al grande impegno del beta tester RickyBit) e ormai siamo quasi pronti per l'uscita finale.

Emperor: Battle for Dune

Serve solo un attimo per "fasarsi" (termine che a lavoro uso spesso per identificare quella fase in cui io e i miei colleghi di progetto di mettiamo d'accordo su come procedere) con gli altri (e qui mi segno un appunto personale) e poi dovrei poter mettere su la patch definitiva v1.0!
Ancora una volta non posso comunque non pensare che questo traguardo non si sarebbe mai raggiunto senza l'impegno di Sev7en, Sasha, Krenim, InSIDiAS, YellowLady, Entreri e infine il sopracitato RickyBit.
Leggendo il sito e le news, spesso inserite dal sottoscritto, ci si potrebbe fare infatti una cattiva idea: ci sono molte persone che si impegnano nel G.I.T., alcune più silenziose, altre più rumorose (come il sottoscritto), ma senza il supporto di tutti quanti, molti dei nostri lavori non avrebbero mai visto la luce. Non so perché, ma mi sembrava doveroso scriverlo.

domenica 5 giugno 2005

Cinque di sedici

Questo post di oggi inizia male... avevo infatti già redatto una bella (beh, almeno per me) nota per oggi, quando un bel imprevisto mi ha fatto chiudere il browser perdendo tutto. Qui si inizia davvero male...
Vabbè, fa niente. Dove ero rimasto? Ah, già... oggi, ultima giornata di relax prima di tornare a lavoro, sono riuscito a concedermi uno spazio per portare leggermente avanti il beta test di Tribes: Vengeance. La traduzione di per sé si potrebbe considerare anche finita (mancano alcune stringhe di sistema che non so quanto valga la pena tradurre perché tanto non si vedono mai, se non in avvio del gioco), ma c'è da testare tutto per bene e far quadrare ogni frase e termine. Una cosa da poco? Sì, come no...

Tribes: Vengeance

Giusto oggi sono arrivato alla quinta missione (non mappa, occhio) di sedici che compongono il gioco. Me ne mancano ancora undici abbondanti, accidenti! Il fatto è che Tribes 3 si sta rivelando ben più lungo di quanto mi aspettassi. Paradossalmente la traduzione è durata molto meno (in circa un mese era quasi tutto finito), ma il beta test... uau, è quasi il remake della storia infinita.
Non mi va però di far uscire una traduzione a metà, e quindi prima me lo gioco tutto per bene e solo dopo si potrà uscire. Tanto, che fretta c'è?
Quindi cinque di sedici, e avanti il prossimo!

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sabato 4 giugno 2005

Una nuova alba?

Uau, un giorno è passato e mi trovo ancora qui. Questa volta però scrivo per un motivo diverso da ieri: da un'idea di AlexSk8 sto infatti pensando di fare un esperimento, ovvero un tentativo di primo "diario di viaggio" di traduzione.
E' una cosa molto diversa da postare una news che aggiorni i progressi registrati, è appunto come un diario di viaggio, dove si annotano eventi curiosi, punti di vista su una determinata questione, è molto di più... o almeno così lo immagino io. A quanto pare sono giornate di esperimenti! :-)
E sì che con la discussione della mia laurea finale che si avvicina, dovrei preoccuparmi di altri problemi. Ma scrivere la tesi non è così divertente, ahimè.

venerdì 3 giugno 2005

E' nato!

Il mio primo blog è nato! Ebbene sì, è nato un ennesimo blog su internet, e nemmeno io ne so davvero il motivo, anche se l'idea in fondo (fondo fondo) mi ispirava da tempo. Ma andiamo con ordine...
Personalmente i blog non mi sono mai piaciuti tanto. Il motivo? Ne esistono a migliaia in giro, ma quanti di noi passano veramente il tempo a leggerli? Sinceramente credo che il tempo speso in scrittura sia di gran lunga maggiore di quello speso in lettura.
A che scopo quindi scriverne uno di mio pugno, quando comunque avrebbe finito solo per essere uno dei tanti in giro per la rete? Non so ancora rispondere a questa domanda, perché persino mentre scrivo me la pongo. Ma (perché c'è sempre un "ma") c'è qualcosa che alla fine mi ha spinto a crearne uno tutto mio. Da quando ho iniziato ad essere un po' più attivo su internet, ovvero da quando sono diventato prima newser e poi webmaster del vecchio Return to Castle Wolfenstein Italia, ho sentito come il desiderio di redigere dei diari che raccontassero quello che succedeva all'interno della comunità che ruotava intorno a quel sito.
Purtroppo RtCW Italia fece la fine di molti siti quando il gioco da cui traeva ispirazione iniziò a perdere l'interesse dei giocatori, e allora finirono anche i diari... ma questo fatto mi era rimasto un po' lì, in "sospeso".
Ed ecco che, dopo un anno di attività del Game Italian Translation, torna quel desiderio di scrivere qualcosa su quello che stava accadendo intorno al mondo delle traduzioni. Insomma, cambiava l'argomento, ma il mio modo di pormi di fronte ad esso restava immutato rispetto a prima. Ma anche i diari redatti sul sito del G.I.T. non durarono moltissimo, causa mancanza di tempo per aggiornare il sito (operazione a volte lunga).
Sembrava tutto finito quando... toh, anche Google ha uno spazio per i blog, e io ne ignoravo l'esistenza. Sono un gran sostenitore di Google e dei suoi servizi, semplici (nella grafica), veloci (nelle prestazioni) e completi (nella sostanza). Perché non approfittarne?
In fondo non so che fine farà questo blog. Molto probabilmente scomparirà negli abissi di internet e alla fine me ne dimenticherò anche io, magari crescerà un pochino. Non ripongo molte speranze su di esso, ma semplicemente quando avrò voglia di scrivere qualcosa, mi collegherò e ci penserò un po' su.
Ma forse non avrò niente da dire... chissà. Ma la domanda sempre valida è: perché non provare?
Alla prossima, caro diario!