Consigli per gli acquisti
Svariati mesi fa su un numero di Videogiochi avevo letto un'interessante intervista a tale Geoff Graber, amministratore di Double Fusion, società che opera nel campo dei videogiochi. Il pensiero di Geoff si concentrava sulla pubblicità nei videogiochi e sulle possibilità che potrebbero essere concesse grazie l'uso di questo strumento, possibilità (naturalmente) di natura economica, soprattutto per quelle software house che maggiormente si trovassero in difficoltà.
L'intervista, poco più lunga di una pagina, lasciava tanti spunti interessanti, ma anche altrettanti punti aperti: ad esempio, come inserire pubblicità in un gioco fantasy, senza stravolgere del tutto il gioco e rovinare l'esperienza stessa di gioco? La conclusione (parziale) era che non tutti i giochi avrebbero naturalmente potuto usufruire dello stesso uso della pubblicità in-game, delineando di fatto già alcune limitazioni di questa strategia economica. Ma al di là di questo, il problema maggiore era come inserire la pubblicità stessa.
Da indagini di mercato risulta che quei giochi che già fanno uso di pubblicità (si pensi ad esempio ai cartelloni a bordo campo nei giochi di calcio, o a quelli a bordo pista nei giochi di guida) non davano i risultati sperati: in pratica i giocatori non si accorgevano davvero di quei messaggi, tendendo ad ignorarli come se fossero naturali elementi di sfondo. Graber sottolineava quindi come fosse necessario trovare nuovi modi per inserire messaggi nei giochi, modi che coinvolgessero la pubblicità in maniera più interattiva all'interno del gameplay stesso.
Personalmente coltivo molti dubbi su una simile strategia: al di là infatti dell'ovvio ribassamento dei costi di produzione (che potrebbe favorire anche lo sviluppo indipendente), mi preoccupa l'integrazione di tutto ciò all'interno del gameplay. Può tutto questo peggiorare l'esperienza di gioco vera e propria?
Mentre ancora probabilmente si stanno concependo nuove strategie, ho letto che secondo una ricerca condotta da eMarketer tra il 2006 e il 2011 verranno investiti in tutto 2 miliardi di dollari nella pubblicità all'interno dei videogiochi. La cifra, divisa in tanti anni, non è impressionante, ma di certo fa capire come l'interesse sia in crescita e possa avere un ruolo non del tutto secondario come è avvenuto sino ad oggi. A tal proposito, ecco la dichiarazione di Paul Verna, analista piuttosto conosciuto in questo campo:
Pur evitando facili ottimismi, è nel campo degli MMORPG che lo stesso Verna identifica il campo migliore dove intervenire, quello dove il messaggio pubblicitario potrebbe passare con maggior facilità.
Le immagini che riporto sopra sono solo degli esempi elaborati da alcuni appassionati, ma sono piuttosto emblematici. Dobbiamo aspettarci solo casi simili nel futuro? O ci sarà molto di più (compra tre bottiglie di Coca Cola e vinci una nuova armatura in World of Warcraft, tanto per fare un esempio)?
L'intervista, poco più lunga di una pagina, lasciava tanti spunti interessanti, ma anche altrettanti punti aperti: ad esempio, come inserire pubblicità in un gioco fantasy, senza stravolgere del tutto il gioco e rovinare l'esperienza stessa di gioco? La conclusione (parziale) era che non tutti i giochi avrebbero naturalmente potuto usufruire dello stesso uso della pubblicità in-game, delineando di fatto già alcune limitazioni di questa strategia economica. Ma al di là di questo, il problema maggiore era come inserire la pubblicità stessa.
Da indagini di mercato risulta che quei giochi che già fanno uso di pubblicità (si pensi ad esempio ai cartelloni a bordo campo nei giochi di calcio, o a quelli a bordo pista nei giochi di guida) non davano i risultati sperati: in pratica i giocatori non si accorgevano davvero di quei messaggi, tendendo ad ignorarli come se fossero naturali elementi di sfondo. Graber sottolineava quindi come fosse necessario trovare nuovi modi per inserire messaggi nei giochi, modi che coinvolgessero la pubblicità in maniera più interattiva all'interno del gameplay stesso.
Personalmente coltivo molti dubbi su una simile strategia: al di là infatti dell'ovvio ribassamento dei costi di produzione (che potrebbe favorire anche lo sviluppo indipendente), mi preoccupa l'integrazione di tutto ciò all'interno del gameplay. Può tutto questo peggiorare l'esperienza di gioco vera e propria?
Mentre ancora probabilmente si stanno concependo nuove strategie, ho letto che secondo una ricerca condotta da eMarketer tra il 2006 e il 2011 verranno investiti in tutto 2 miliardi di dollari nella pubblicità all'interno dei videogiochi. La cifra, divisa in tanti anni, non è impressionante, ma di certo fa capire come l'interesse sia in crescita e possa avere un ruolo non del tutto secondario come è avvenuto sino ad oggi. A tal proposito, ecco la dichiarazione di Paul Verna, analista piuttosto conosciuto in questo campo:
La pubblicità in-game offre terreno fertile e si evolverà in nuove piattaforme, tipologie e soluzioni. Grazie alle tecnologie in seno ai videogiochi i pubblicitari investiranno grossi capitali, aiutando non poco le case di sviluppo nell'evoluzione di questi prodotti e nella revisione dei prezzi. - Paul Verna, "Video Game Advertising: Getting to the Next Level"
Pur evitando facili ottimismi, è nel campo degli MMORPG che lo stesso Verna identifica il campo migliore dove intervenire, quello dove il messaggio pubblicitario potrebbe passare con maggior facilità.
Le immagini che riporto sopra sono solo degli esempi elaborati da alcuni appassionati, ma sono piuttosto emblematici. Dobbiamo aspettarci solo casi simili nel futuro? O ci sarà molto di più (compra tre bottiglie di Coca Cola e vinci una nuova armatura in World of Warcraft, tanto per fare un esempio)?