Storia del G.I.T., terza puntata: ebbene sì, torno ancora a scrivere un piccolo capitolo di questa mia visione del gruppo maturata nel corso di questi anni. Dove eravamo dunque rimasti l'ultima volta?
Ah sì, alla fine della traduzione di Clive Barker's Undying e alla nascita di quella di Deadly Dozen. Tempi burrascosi, quelli, quando ancora il gruppo non aveva una forma chiara e non si aveva ancora una visione chiara di quello che sarebbe stato il futuro, nonostante le intenzioni a continuare fossero ormai ben radicate.
Il nostro protagonista ora non era infatti più solo, ma aveva intorno a sé anche altre persone che condividevano la sua stessa passione: se quindi era possibile, ora aveva ancora meno controllo su quello che sarebbe potuto essere del G.I.T., poiché ormai iniziava a non essere più una sua idea, ma l'idea di un insieme di individui. Era ora di evolversi, di cambiare e mutare verso una forma più stabile e duratura, che funzionasse grazie ai suoi membri, ma che potesse anche mantenere la forma se questi avessero dovuto allontanarsi.
Si sà, infatti, che la vita reale chiede sempre il suo prezzo: io stesso me ne sto accorgendo (per i distratti, ne ho parlato nel post di ieri). Era quindi chiaro fin dall'inizio che non tutti i membri "fondatori" del gruppo avrebbero potuto restare per sempre attivi, ma (allo stesso tempo) sarebbe stato un peccato lasciare che questo intaccasse l'idea del gruppo stesso. E' comunque ovvio che questi pensieri, a quei tempi, non attraversavano ancora la mente di quel ragazzo che in un attimo di follia aveva dato via a tutto questo: solo ora riesco infatti a raccogliere le idee per analizzare quanto successo. Era piuttosto un insieme di eventi, a volte anche del tutto casuali, che hanno contribuito a costruire l'insieme.
I meriti? Di tutto il gruppo, dal primo all'ultimo e nessuno escluso. Erroneamente si potrebbe pensare, almeno leggendo la quantità di news che ho scritto io stesso sul sito nel corso del tempo, che io conti più di quanto effettivamente non sia. Io sono solo il più rumoroso, ma non l'anima del G.I.T., che è invece un'entità del tutto astratta a cui hanno partecipato tanto i membri attivi, quanto i collaboratori che ci hanno aiutato nei nostri progetti. E' appunto quell'insieme di cui parlavo sopra.
Cosa accadde quindi con l'inizio della traduzione di Deadly Dozen? Accadde che furono gettati i semi per un futuro. Al gruppo già consolidato per Clive Barker's Undying si unirono altre persone desiderose di fornire tutto il loro aiuto: Salvatore "Xsmind" Xompero giunse in qualità di grafico per elaborare gli sfondi dei menu, mentre iniziavano ad avvicinarsi anche Alessandro "AlexSk8" Romeo e Luca "Bibo64" Pellizzoni. Tutte persone molto diverse tra loro, sia come età che come cultura e luoghi di origine.
E con loro arrivarono nuovi progetti: Thief II: The Metal Age, Supreme Snowboarding e Delta Force: Black Hawk Down, e tutti gli altri a seguire. Fu in questi tempi che fece ingresso nel gruppo la prima avventurosa ragazza, Francesca "YellowLady" Pezzoli, a cui fecero seguito Andrea "Entreri" Buonacasa, Fabrizio "Sev7en" Degni e Luca "Krenim" Deganello. Solo in ere più moderne arrivò una nuova ragazza nel gruppo, ovvero Gaia "Arwen" Narici, seguita questa volta da Marco "SteeQ" Meduri e gli ultimissimi (ma non per questo meno bravi) Salvatore "Turisasà", Francesco "Spider_83" Gaviraghi e Daniele "Bibbo" Gaviraghi. Un bel gruppetto, non trovate?
Tornando un attimo nuovamente indietro, vale la pena di sottolineare che Thief II: The Metal Age fu il primo lavoro che segnò un cambiamento nel gruppo: la traduzione non fu infatti condotta solo internamente, ma si avvalse della preziosa collaborazione (la prima) della nota rivista
Giochi per il Mio Computer. In sé fu un evento molto importante, perché significava che il G.I.T. sarebbe stato aperto ad aiuti e collaborazioni anche esternamente, e non solo internamente.
A questa collaborazione ne fecero quindi seguito altre, come quella con il neonato
VGameTT di Pierpaolo "Tidus" Onnis, o quella un po' più invisibile con gli Spaghetti Thief Project.
E così, tra una traduzione e l'altra, il Game Italian Translation giunge ai giorni moderni: alcuni membri storici del gruppo non ormai sono più attivi, ma altri sono arrivati con il loro bagaglio personale di esperienza e di voglia di mettersi in gioco facendo la loro parte. E' questo spirito che tiene unito il gruppo, uno spirito che (come si può facilmente intuire) non è interno al gruppo stesso, ma esterno.
Cosa ne sarà, quindi, del futuro del G.I.T. nessuno lo può dire con certezza: io cercherò sempre di esserci e di fare la mia parte, così come gli altri fanno ogni giorno la loro. E se anche io sarò ancora più rumoroso di loro, non vi dimenticate dei silensiosi che operano affinché tutto resti intatto nel tempo, perché il cuore del G.I.T. sono proprio loro!
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