UNI EN 15038
Nel corso del 2006 si è deciso di rimettervi mano e di attuare una maggior distinzione tra i due campi, introducendo così le norme UNI EN 15038 e UNI 10574. Quella che riguarda l'ambito che mi è più a cuore (naturalmente non l'interpretariato) è la prima. A tal proposito cito direttamente dall'Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI) i punti chiavi:
I requisiti stabiliti dalla norma UNI EN 15038:2006 riguardano le risorse umane e tecniche, la gestione della qualità e del progetto, il contesto contrattuale e le procedure del servizio.
Tra le condizioni basilari richieste al fornitore di servizi di traduzione sono poste in rilievo le competenze professionali dei traduttori e dei revisori. Competenze che vanno, naturalmente, dalla capacità comprovata di traduzione alla competenza linguistica e testuale nella lingua di "partenza" e di "arrivo", contemplando la perizia nella ricerca, l'acquisizione e l'elaborazione delle informazioni e la competenza culturale e tecnica.
Tra i requisiti base che il fornitore deve garantire figura anche, oltre alla disponibilità di risorse tecniche, la disponibilità di un sistema di gestione per la qualità documentato, che comprenda una dichiarazione degli obiettivi del sistema di gestione della qualità, un'attività di sorveglianza della qualità dei servizi di traduzione forniti e l'attività di gestione di tutte le informazioni e i materiali ricevuti dal cliente.
Veniamo alle procedure da seguire nei servizi di traduzione, su cui la norma si focalizza. Innanzitutto il TSP "deve disporre di procedure documentate per la gestione dei progetti di traduzione" che devono includere, tra l'altro, la sorveglianza e la supervisione dell'attività di preparazione (che deve trattare gli aspetti amministrativi, tecnici e linguistici appropriati ai requisiti specifici di ogni progetto di traduzione), l'assegnazione di traduttori e revisori al progetto e la garanzia di mantenimento dei contatti con tutte le parti coinvolte nel processo, cliente incluso.
Proprio riguardo al processo di traduzione, la norma specifica il lavoro fondamentale del traduttore, che "deve trasferire nella lingua di arrivo il significato espresso nella lingua di partenza per produrre un testo in conformità alle regole del sistema linguistico della lingua di arrivo e che soddisfi le istruzioni ricevute all'assegnazione del progetto", il tutto tenendo conto sia dell'appropriato uso terminologico, grammaticale, stilistico sia delle convenzioni locali e, non ultimo, del gruppo di arrivo e lo scopo della traduzione.
La norma è completata da cinque appendici riguardanti: i dettagli della registrazione del progetto, l'attività di pre-traduzione tecnica, l'analisi del testo di partenza, una guida di stile e un elenco di servizi a valore aggiunto. - Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI), "Traduzione e interpretariato, ora le norme sono due"
Gli spunti che si possono trarre da un testo simile sono davvero svariati, ma i più importanti li ho appositamente evidenziati per farli subito risaltare. Questi mettono in evidenza:
- l'esperienza e la capacità di traduttori e revisori, i veri protagonisti del lavoro
- una gestione del processo di qualità, con tanto di documentazione
- le procedure di gestione dell'intero processo lavorativo
- il significato intrinseco di una traduzione
L'esperienza delle persone coinvolte è indispensabile, così come un processo di controllo che sia atto a epurare il prodotto finale da sbavature, incongruenze e incomprensioni. La documentazione (che personalmente non vedo per forza sotto forma di fogli scritti a mano o al computer, quanto come realizzazione di attenzione ai particolari da parte di chi è coinvolto attivamente nel lavoro) è inoltre un ulteriore passo atto a dare una forma a tutte le fasi principali, di modo da poter ripercorrere a ritroso un processo e magari scoprirne eventuali falle da correggere.
A fianco di questi concetti, come dicevo sopra, la norma cerca anche di attribuire un significato al processo di traduzione, e lo fa in maniera concisa: l'aspetto importante è trasferire il "significato" di un testo da una lingua a un'altra. Questo principio, sebbene lo trovi corretto, mi sento di dire che in realtà è parzialmente incompleto: non è infatti solo il significato che va trasportato, ma anche l'anima di un testo... i toni, i modi. Se all'interno di un gioco c'è un personaggio che esprime un pensiero con fare arrogante, la traduzione non deve limitarsi a riscrivere il significato in un'altra lingua, ma ne deve trasporre persino l'arroganza, il modo di fare. Non è certo un processo sempre facile, ma questo dovrebbe essere il vero compito del traduttore.
Per il momento mi fermo qui, riservandomi di tornare sulla questione in altri tempi.
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